Lo scorso lunedì sono atterrato in Israele dopo aver trascorso due settimane all’estero per dei congressi con i miei studenti del Sud e Nord America, una conferenza nel Queens (NY) ed incontri con i media e opinion leader. È difficile riassumere il tutto in un unico post, ma la conclusione è molto positiva, sia riguardo i miei studenti che riguardo le persone che ho incontrato.
Questo tour ha dimostrato quanto il messaggio dell’unione come unico mezzo per il successo (sia personale che sociale) stia prendendo piega nel pensiero della gente. Per i miei studenti non si tratta di un messaggio nuovo, ma il loro profondo impegno per raggiungerlo è un grandissimo stimolo ed è molto incoraggiante. Persino per gli americani che hanno una cultura di estremo individualismo, sembra che la cultura “io prima di tutto” stia cominciando ad esaurirsi; sono molto più pronti ad impegnarsi nell’ottenere la vera connessione ed a impegnarsi realmente l’uno verso l’altro e nelle società in cui vivono. Forse si tratta del risveglio dopo le delusioni del sogno americano, ma vedere un cambiamento così profondo in più di 600 partecipanti del congresso nel New Jersey è, in sé, veramente impressionante.
Ma non si tratta soltanto degli studenti. Nella conferenza che si è tenuta nel Queens, in cui il pubblico era composto principalmente da ebrei, la folla era molto più ricettiva al messaggio di unione in confronto agli anni precedenti. Gli Usa sono attualmente inondati da crisi sociali, da riemergenti questioni di razzismo, inuguaglianze sociali ed economiche crescenti, fino all’alienamento dei figli ed il crollo dell’unità famigliare. Gli ebrei hanno una sofferenza aggiuntiva sotto forma di crescente antisemitismo. Tutto questo contribuisce a creare un’atmosfera di insicurezza ed incertezze per il futuro. Come succede sempre, le circostanze sfavorevoli aprono la mente delle persone che cercano delle risposte.
Ho incontrato inoltre il redattore capo di un importante giornale ebraico, che era così aperto al messaggio di unione degli ebrei come soluzione a tutti i nostri problemi (principalmente a quello dell’antisemitismo) che ci siamo immediatamente accordati che gli avrei mandato i miei post e i miei articoli da pubblicare, una collaborazione che ho già iniziato ad implementare. Ci sono anche altre iniziative per promuovere l’unione tra gli ebrei che i miei studenti stanno esplorando ma che richiederanno più tempo per maturare. Ad ogni modo, il futuro di queste iniziative sembra molto promettente.
Per il futuro continueremo il nostro impegno nel promuovere l’unione tra tutte le fazioni del popolo israeliano come unica soluzione ai problemi della nostra nazione ed ai problemi del mondo. C’è ancora tanto lavoro da fare, ma abbiamo amici, ebrei e non ebrei, che capiscono il significato dell’unione al di sopra di tutte le differenze, tutti gli interessi personali, e sono disposti a fare tutto il possibile per condividere questo dono con chiunque sia aperto a ricevere il messaggio.
Sono tornato impressionato e pieno di speranza, ed il compito ora è di cercare nuove frontiere, in modo che l’amicizia e l’amore prevarranno infine nel nostro mondo agonizzante.
Originariamente pubblicato su L’Huffington Post Italia