Il terrore islamico nasce da una forza malvagia sfrenata che colpisce anche ragazze di 14-16 anni, avvelenando le loro menti e facendo sì che lascino le loro case brandendo delle forbici in cerca di una vittima. Questo è il momento di unirci e indirizzare verso il mondo quella forza positiva che può fermare il terrorismo.
Mentre stiamo discutendo, sia che ci troviamo nel bel mezzo di un’ondata di terrorismo, di una terza intifada o di una guerra, stiamo tralasciando la questione principale: ogni giorno delle persone vengono uccise. Giovani, vecchi, cittadini innocenti che fino ad un momento prima avevano sogni vengono uccisi ogni giorno, e noi ringraziamo Dio per averci risparmiato ancora una volta. Cambiamo canale ed evitiamo la notizia perché abbiamo una capacità intrinseca di adattarci a qualsiasi realtà, anche quando questa è molto dura.
Ma non dobbiamo accettare una routine di sangue. Non dobbiamo permettere di soccombere all’apatia. Anche se lavorano duro, le forze di sicurezza possono soltanto graffiare la superficie del problema. Per risolverlo, dobbiamo agire ad un livello più profondo. Il vero nemico si trova all’interno; è la separazione tra noi. Ad ogni momento di separazione, il nemico esterno sta rosicchiando verso di noi, ma se vogliamo porre fine alla guerra, dobbiamo sottomettere il nemico interno.
Fuori equilibrio
Il desiderio folle dei terroristi di ucciderci ha origini più profonde. Le accuse del ministro degli Esteri svedese e quelle dei suoi colleghi dell’Unione europea, che ha cercato di collegare ad Israele il bagno di sangue avvenuto in Francia, vengono dallo stesso posto. Essi nutrono un odio innato che deriva da fonti che vanno ben al di là del conflitto israelo-palestinese.
Nel Libro dello Zohar è scritto che tutta l’umanità è connessa in una singola rete. Attualmente, stanno scorrendo delle forze negative attraverso di essa che portano il mondo verso l’estremismo, l’odio e la distruzione. I canali attraverso i quali le forze positive dell’unione, del rispetto reciproco e della cura per gli altri che dovrebbero fluire verso il mondo sono quasi completamente bloccati, lasciando molto spazio per migliorare la rete di connessioni tra noi.
La nazione di Israele ha un ruolo speciale nel determinare l’equilibrio delle forze che si trovano in questa rete. Quando facciamo uno sforzo per unirci, noi canalizziamo nel mondo le forze positive e bilanciamo quelle negative. Ma quando tra di noi regna la divisione, diventiamo parte della forza negativa e aumentiamo il suo potere nel mondo, come è scritto nel Libro dello Zohar “Nel mondo ci saranno: povertà, rovina, rapine, omicidi e distruzioni”. Il risultato diretto è che i nostri nemici “Alzano le loro teste e vogliono soprattutto distruggere Israele”, come è scritto nella “Introduzione al Libro dello Zohar”.
Cronaca di Distruzione
L’odio nei confronti di Israele e il terrore verso gli ebrei non è un fenomeno nuovo. La nazione di Israele è stata fondata più di 4.000 anni fa sul principio di “Ama il prossimo tuo come te stesso”. La principale novità che abbiamo portato all’umanità è stata la nostra meravigliosa capacità di unirci perché “Israele è la chiave per l’unione del mondo” (Rav Kook, Luci Sacre). Questa garanzia reciproca è l’unica giustificazione per la sua esistenza. Quando tra noi scoppiò un odio infondato devastandone ogni parte, il Tempio fu distrutto. Questo odio interrupe il flusso della nostra forza positiva nei confronti del mondo. Si può osservare questa logica nel corso della storia, quando la forza del male prevale, essa porta con sé distruzione, guerra e spargimento di sangue.
Il terrore islamico in Israele deriva dalla stessa radice, la forza sfrenata e crudele che porta anche delle ragazze di 14-16 anni ad abbandonare i loro sensi e uscire dalle loro case brandendo delle forbici in cerca di una vittima.
“In ogni generazione, ci è comandato di rafforzare l’unione tra di noi in modo che i nostri nemici non regneranno su di noi”, scrive il Rabbino Eliyahu Kitov nel Libro della Coscienza. Fino a quando non ripareremo la frattura sociale che è dentro di noi, la forza del male solleciterà sempre più nemici a distruggerci. Questo non si fermerà ai confini di Israele; più l’Europa soffrirà a causa della forza del male, più darà la colpa a noi ritenendoci i responsabili per la diffusione dell’Islam integralista, i cui risultati seguiranno presto.
Dare il bene al mondo
Le forze di sicurezza continueranno a proteggere i cittadini di Israele e a compiere ogni sforzo per evitare il prossimo attacco, ma questo non basterà ad evitare la prossima vittima. Dobbiamo risvegliare l’amore verso gli altri, la connessione e la garanzia reciproca. Questi sono gli ingredienti che compongono la nostra resilienza come nazione.
Quando attraverso di noi queste forze positive cominceranno a fluire al resto del mondo, questo caos in cui il mondo si trova verrà bilanciato. Di conseguenza, otterremo di nuovo la nostra pace, la tranquillità ed un senso di sicurezza per le strade. È come scrive Rav Kook, “Se siamo rovinati e il mondo è in rovina con noi attraverso l’odio infondato, saremo ricostruiti, e il mondo verrà ricostruito con noi attraverso l’amore infondato”.
Photo: Gli agenti di polizia israeliani. (Photo credit: Wikimedia Commons)
Originariamente pubblicato su Unitingeurope.blogactiv.eu