DR. MICHAEL LAITMAN PER CAMBIARE IL MONDO – CAMBIAMO L'UOMO

Ebrei europei: sotto assedio e terrorizzati

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Oggi che l’antisemitismo si è diffuso in tutto il mondo, sarebbe saggio escludere la possibilità di rifugi sicuri.

Un sondaggio condotto alcuni giorni fa dall’Associazione Ebraica Europea e dal Centro Rabbinico d’Europa afferma che nonostante un aumento delle misure di sicurezza adottate dai rispettivi governi, il 70% degli ebrei europei quest’anno non si recherà in sinagoga durante Rosh Hashanah o Yom Kippur per la preoccupazione sulla sicurezza.

La crisi dell’immigrazione e l’ascesa dell’estrema destra sono due delle cause che rendono gli ebrei in Europa molto insicuri. Molti di loro hanno rimosso tutti i simboli ebraici visibili, come i ciondoli con la stella di Davide o i yarmulkes (copricapo ebraico). E ancora, molti di loro hanno rimosso la mezuzah (piccolo astuccio con testo biblico attaccato agli stipiti delle porte) dall’ingresso delle loro case e delle loro imprese. Quest’anno eviteranno anche di andare in sinagoga durante Yom Kippur, il giorno più sacro per gli ebrei osservanti. Ancora una volta, in Europa gli ebrei si sentono impauriti e vulnerabili.

La legge dell’antisemitismo

Anche se la situazione è allarmante, dobbiamo riconoscere che quello che sta accadendo oggi in Europa è soltanto un nuovo travestimento per una vecchio disprezzo. L’Europa è sempre stata afflitta dall’odio per gli Ebrei e sembra essere terminata la tregua concessaci dopo la seconda guerra mondiale.

Esiste una ragione per cui l’antisemitismo è perpetuo, così come c’è una ragione per l’esistenza degli Ebrei nel corso dei secoli e contro tutte le probabilità. L’autore Mark Twain si domandava: “Tutte le cose sono mortali, eccetto l’ebreo; tutte le altre forze passano, ma lui rimane. Qual è il segreto della sua immortalità?”

La “forza” che Mark Twain aveva percepito in noi, è la forza della nostra unità. Il MaorVashemesh scrisse che “La difesa primaria contro le calamità sono l’amore e l’unità. Quando ci sono l’amore, l’unità e l’amicizia all’interno di Israele, nessuna calamità può scendere su di loro”.

Quando ci uniamo, la forza dell’unione si estende al mondo intero, tutti ne beneficiano e l’antisemitismo scompare. Ma quando siamo divisi gli uni dagli altri, impediamo a questa forza di diffondersi nel mondo e di conseguenza l’alienazione e l’antipatia prendono il sopravvento. È per questo che i nostri saggi scrissero (Yevamot 63): “Le calamità arrivano al mondo a causa di Israele”.

Più siamo divisi, più il mondo inconsciamente prova a rimetterci di nuovo insieme restituendoci odio. Di conseguenza, tutto l’odio che stiamo diffondendo torna a noi in quello che percepiamo come antisemitismo. Per questo l’industriale Henry Ford, l’archetipo del moderno antisemita, scrisse nella sua composizione infame The International Jew—The World’s Foremost Problem (L’Ebreo Internazionale — Il problema più importante del mondo): “La società ha un grande credito nei confronti dell’ebreo, che cessasse di sfruttare il mondo e cominciasse a rispettare l’antica profezia che per mezzo di lui tutte le nazioni della terra saranno benedette”.

Il ritorno all’odio ci ricorda nel modo più brutale che siamo qui per un motivo. Per quanto ci piacerebbe essere una nazione come le altre, quelle stesse nazioni continuano a ricordarci che non lo siamo. Gli Ebrei sono la nazione che si è formata quando alcune persone di diverse tribù e culture decisero di seguire l’ideale dell’amore per il prossimo. Aspirando a vivere secondo il motto “Ama il prossimo tuo come te stesso”, ci unimmo e diventammo una nazione e ci impegnammo con la promessa di essere “Come un solo uomo con un solo cuore”. Da allora, ci è stato affidato il compito di diffondere l’unione, per essere “Una luce per le nazioni”.

Per questo motivo, quando non siamo uniti, le nazioni ci ritengono dei prevaricatori e ci incolpano per qualunque condizione li affligge in questo momento. Per dirla semplicemente, la “Legge dell’antisemitismo” afferma che più siamo disuniti, più le nazioni ci odiano.

Nessun luogo rimasto in cui rifugiarsi

Non ci dovrebbe essere alcun dubbio nella nostra mente: se siamo stati selezionati, ancora una volta, per l’estinzione, nessuno verrà in nostro aiuto. Il caso del transatlantico tedesco MS St. Louis ci dimostra che anche prima della seconda guerra mondiale, agli ebrei europei era stato negato l’accesso negli Stati Uniti. Ora che l’antisemitismo si è diffuso in tutto il mondo, sarebbe saggio escludere la possibilità di rifugi sicuri poiché non esistono.

L’unica cosa che possiamo e dobbiamo fare è riconoscere che l’odio tra di noi è il nostro unico nemico. Come disse l’ex capo del Mossad, Tamir Pardo: “Il pericolo più grande che Israele si trova a fronteggiare non è esterno, ma piuttosto sono le divisioni all’interno della società israeliana”. Questo è vero per gli ebrei europei come lo è per tutti gli ebrei nel mondo intero.

Il mondo osserva ogni nostra mossa. Se ci uniremo, saremo in grado di diffondere la forza dell’unione e di diventare il modello di coesione sociale di cui il mondo ha tanto bisogno. In questo modo, saremo come “Una luce per le nazioni” e il mondo saprà finalmente comprendere e giustificare l’esistenza del nostro popolo. E quando questo accadrà, non ci sentiremo sotto assedio o terrorizzati in Europa come in Israele, né in nessun altro luogo.

Originariamente pubblicato su Unitingeurope.blogactiv.eu

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