DR. MICHAEL LAITMAN PER CAMBIARE IL MONDO – CAMBIAMO L'UOMO

La realtà sul processo di pace in Medio Oriente

Ambasciata EE.UU in Tel Aviv (photo credit: Wikimedia Commons)

Come ha recentemente affermato il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu, sembra che l’alleanza degli Stati Uniti con Israele non sia mai stata più forte di adesso, con l’amministrazione Trump. I sentimenti benevoli di Trump verso Israele e le relazioni positive con il suo Primo Ministro, hanno rivelato la falsità dei suoi detrattori, e sono felice di vedere che, dopo molti anni, Israele abbia di nuovo un vero amico alla Casa Bianca.

Parlando del miglioramento delle relazioni, Trump ha affermato che la sua amministrazione sta dando al processo di pace in Medio Oriente “un via assoluto”, aggiungendo “credo davvero che abbiamo una possibilità” e “penso che Israele vorrebbe vederla e penso che anche i palestinesi lo vorrebbero”.

Israele vorrebbe vedere la pace ma, chiaramente, i palestinesi no. Recentemente, il portavoce di Fatah, Osama Al-Qawasmi ha risposto su Awdah TV ad una domanda in merito alla possibilità che Fatah riconosca ad Israele il diritto di esistere, ha dichiarato “Ovviamente no”. “Questo non è obbligatorio e noi non riconosceremo Israele”. Al-Qawasmi ha anche aggiunto un messaggio per i suoi partner nei colloqui di riconciliazione, l’organizzazione terroristica Hamas: “Hamas, amici miei, non dovete riconoscere Israele, non siete obbligati”.

E come se ciò non fosse abbastanza scoraggiante, Al-Qawasmi ha anche condiviso l’opinione della sua organizzazione sul terrorismo, che egli descrive come “resistenza popolare”: “Abbiamo detto che la resistenza armata, la resistenza popolare, è anche legittima… abbiamo scelto la resistenza popolare come mezzo che riteniamo più efficace nelle attuali circostanze”. Per ottenere cosa? Di certo non la pace.

Dato che senza la buona volontà e la buona fede di entrambe le parti è impossibile raggiungere la pace, è solo una fortuna per Israele che, nonostante essa abbia offerto per ben due volte il completo ritiro dai territori conquistati nella Guerra dei Sei Giorni in cambio della pace, i palestinesi siano stati troppo avidi per accettare.

Tuttavia, malgrado la triste situazione, non credo che Trump debba lasciare che Israele e i palestinesi risolvano le cose da soli. Nelle attuali circostanze, se in Israele esplodesse un violento conflitto, questo potrebbe divampare nel resto del mondo. Pertanto, la scelta migliore del Presidente Trump è quella di concentrarsi sul mantenimento di uno stabile e relativamente pacifico stato di cessate il fuoco o, per meglio dire, sul mantenere le ostilità al minimo tollerabile.

Un cessate il fuoco ufficiale è impraticabile. Qualsiasi tipo di accordo con un regime che non riconosca il tuo diritto all’esistenza è, per definizione, impossibile. Cercare la pace con un tale governo sarebbe solo frustrante per i negoziatori e gli inviati coinvolti, spingerebbe le parti al gioco dello scaricabarile e potrebbe suscitare nuove ostilità nella regione.

Pertanto, credo con tutto il cuore che l’amministrazione Trump debba tenere d’occhio gli sviluppi fra Israele e i palestinesi ed incoraggiare le parti a mantenere la calma. Allo stesso tempo, dovrebe minimizzare le speranze di raggiungere un trattato di pace vero e proprio, semplicemente perché ora è irrealizzabile.

Inoltre, per consolidare tali sforzi, sarebbe una buona idea per l’amministrazione Trump coordinare gli sforzi per sostenere, con la Russia e l’Unione Europea, uno stato di non violenza in Israele. Questo renderebbe molto più difficile il successo a quei partiti che vogliono infiammare la regione, dato che non avrebbero alcun sostegno internazionale.

In aggiunta, un coordinamento riuscito fra Stati Uniti, Russia ed UE, sul tema del Medio Oriente, avrebbe un impatto positivo sulle loro relazioni e creerebbe un ambiente internazionale più propizio per tutto.

Così, in fin dei conti, credo che un Medio Oriente pacifico sia un bene per l’America, un bene per Israele e un bene per il mondo intero. Di fatto, è un bene anche per il popolo palestinese, anche se i loro leader potrebbero non essere d’accordo con questo.

C’è un altro punto che vorrei sottolineare. Dovrebbe esserci un completo distacco fra il rapporto dell’amministrazione USA con Israele e il suo rapporto con la comunità ebraica americana. Ad eccezione di pochi settori in diminuzione, gli ebrei americani si sono allontanati da Israele, non la appoggiano e spesso sostengono organizzazioni apertamente anti-semitiche e anti-sioniste.

La maggioranza degli Ebrei americani, inoltre, disapprova il nuovo rapporto fra il governo d’Israele e il governo degli Stati Uniti. La maggior parte degli ebrei americani non sostiene né Trump né Netanyahu e vorrebbe vedere destituiti al più presto entrambi i capi di stato. Per questa ragione, credo ci dovrebbe essere un completo distacco fra il rapporto del governo americano con gli ebrei americani e il suo rapporto con lo Stato ebraico. Ammettiamolo, Donald Trump è per Israele un amico migliore della maggior parte degli ebrei americani.

Originariamente pubblicato su Unitingeurope.blogactiv.eu

 

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