Preso atto che l’Austria rifiuta di curare pazienti che arrivano dall’Italia, la Germania vieta l’esportazione di attrezzature sanitarie, la Francia rifiuta di fornire mascherine, e i ricchi Paesi del Nord Europa non vogliono oneri per far fronte al debito di quelli del Sud, siamo nei guai.
Oltre all’attrito fra Paesi, c’è un improvviso aumento della disoccupazione e, se si dovesse arrivare ad una situazione in cui non si può mettere in tavola il cibo, allora entreremmo in una seria agitazione.
L’Europa o i Paesi di altri continenti daranno origine ad un’altra guerra mondiale?
In futuro, una guerra, è sicuramente possibile, anche se noi tutti speriamo che non accada. Nel frattempo però, è altamente improbabile.
Il coronavirus ha determinato condizioni che sarebbero spaventose in caso di guerra. La necessità di distanziamento sociale durante la pandemia, contrasta con le circostanze necessarie in una guerra, che richiede flessibilità di movimento e capacità di mobilitare eserciti.
Oltre al rischio del nemico, i soldati sarebbero minacciati dallo stesso coronavirus, poiché avrebbero bisogno spesso di riunirsi in gruppi alquanto compatti.
Pertanto, se l’idea della guerra può essere accantonata mentre cerchiamo di trattare il coronavirus, continuiamo a sopportare l’amaro risentimento tra Paesi.
Se non riusciremo ad andare al di sopra dell’atmosfera di separazione che aleggia tra noi, allora possiamo aspettarci che un’altra forma di crisi ci risvegli e ci conduca alla necessità di unirci al di sopra di ogni differenza.
Oggi, il coronavirus, ci mostra un primo esempio di come non faccia discriminazioni tra persone e Paesi.
Se come società umana accettassimo la sfida di relazionarci l’uno all’altro come la natura si relaziona con noi, per cui, da un lato riconosciamo le nostre innate pulsioni egoistiche che cercano di separarci e, dall’altro, privilegiamo l’unione al di sopra delle divisioni, allora supereremmo le tendenze che altrimenti ci porterebbero a nuove sofferenze, guerre e crisi.
Inoltre, costruendo relazioni positive sopra alle nostre differenze, scopriremo un mondo nuovo e armonioso in cui ognuno diventa amico e familiare. Sarebbe un mondo in cui amore e cura crescente si diffonderebbero in modo virale da un giorno all’altro, anziché doverci chiudere nelle nostre case per proteggerci da una pandemia, rafforzeremmo volentieri le nostre relazioni reciproche, proteggendoci da ogni tipo di male.
Originariamente pubblicato su Unitingeurope.blogactiv.eu