L’Unione Europea è nata nel peccato e morirà in agonia. È stata forgiata per dare all’Europa un vantaggio competitivo in opposizione agli Stati Uniti e al rafforzamento di Cina e Russia. Si concentrava quasi esclusivamente sulla creazione di un mercato comune e di una moneta comune, senza pensare alle implicazioni sociali di un’unione di popoli che sono stati in guerra tra loro per secoli.
L’unione monetaria ha creato una moneta potente ma ha impoverito molti dei suoi stati membri e li ha lasciati dipendenti, scoraggiati e denigrati. Non ha creato unione; ha creato ancora più odio. L’unione monetaria senza solidarietà, priva del senso di patriottismo nazionale paneuropeo, è insostenibile. La crisi dei migranti ha quasi portato alla separazione, visto che ha spinto il Regno Unito fuori dall’UE, ma al momento ancora resiste. La crisi del coronavirus, tuttavia, sembra essere un duro colpo per cui l’UE non sopravvivrà. A mio avviso, è per il meglio.
Globalizzazione: una grande idea realizzata male
In linea di principio, l’unione è una grande idea. È la strada giusta da percorrere perché tutta la realtà si sta evolvendo verso maggiore unità e collaborazione. L’evoluzione è passata dalle particelle più semplici alle composizioni di particelle che hanno creato atomi, che hanno creato molecole, che hanno creato organismi e così via. Allo stesso modo, la società umana si è evoluta da clan in insediamenti che sono cresciuti in città, contee, paesi e imperi.
Tuttavia, esiste una differenza fondamentale tra il modo in cui la natura si evolve e il modo in cui si evolve la società umana. Mentre la natura si evolve, mantiene l’equilibrio e l’armonia. Un concetto di consumo eccessivo non esiste in natura perché ogni animale prende solo ciò di cui ha bisogno per sopravvivere. Con gli esseri umani, dove governa l’ego, il consumo eccessivo è il nocciolo della nostra esistenza. Più abbiamo rispetto agli altri, più valiamo. Pertanto, qualsiasi alleanza, ha come difetto, un ulteriore motivo per ferire qualcun altro: un nemico dell’alleanza, uno dei membri dell’alleanza o entrambi. Questa è la natura umana, ma contraddice il principio fondamentale dell’evoluzione della natura che deve essere basata su equilibrio e armonia.
Per creare una globalizzazione monetaria duratura, le persone degli stati membri devono prima scegliere di farlo. Questo è un processo profondo ed esteso che richiede l’adozione di un’identità pan-nazionale più forte dell’identità nazionale. Solo quando le persone appoggeranno l’entità multinazionale più che la loro nazione accetteranno tale trasformazione.
Nessuna preparazione del genere è stata fatta in Europa. Di conseguenza, i paesi più forti, seguendo la loro natura innata di sfruttamento, hanno depredato le economie più piccole e più deboli lasciandole povere e indebitate. Ora che il coronavirus ha colpito, stanno emergendo ostilità e sfiducia tra paesi e dimostrando che non possono contare l’uno sull’altro. Devono mettere l’UE a riposo e ricominciare. E il primo passo in quella direzione è tornare a sviluppare le economie locali.
Non è che i paesi non dovrebbero creare unione. Al contrario, credo che alla fine, quando avremo superato il nostro egoismo, non avremo bisogno di confini e la nozione di stato nazionale sparirà. Ma non siamo ancora vicini. Invece, dobbiamo essere sensibili, riconoscere il nostro egocentrismo e cercare di concordare regole e confini che terranno sotto controllo la nostra ferocia e consentano a tutti noi di vivere in relativa pace e stabilità.
Successivamente, dovremmo iniziare ad istruirci sull’unità che esiste in natura, dove ogni parte contribuisce con le sue capacità e riceve dalla collettività tutto ciò di cui ha bisogno per prosperare. Quando gradualmente arriveremo a vedere che un’esistenza collettiva non è solo più sicura della competizione individualistica, ma anche molto più gratificante, saremo in grado di costruire con cautela, lentamente e saggiamente un’entità comune. Ma questa non sarà un’entità europea, americana, russa o cinese, ma una razza umana globale.
Fino ad allora, dobbiamo accettare e rispettare le nostre differenze.
[Nella foto: la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen spiega dettagliatamente in conferenza i tentativi di limitare l’impatto dell’epidemia del virus COVID-19, a Bruxelles, Belgio, 2 aprile 2020. REUTERS/Francois Lenoir/Pool]
Originariamente pubblicato su Unitingeurope.blogactiv.eu