40 anni dopo il trattato di pace con l’Egitto e 26 anni dopo il trattato di pace con la Giordania, Israele ha firmato un altro trattato di pace con un paese arabo: gli Emirati Arabi Uniti (EAU). A differenza dei due trattati precedenti, questo sembra destinato a creare un rapporto cordiale con un paese pronto e disposto a condurre buone relazioni diplomatiche e commerciali con le ambasciate, investendo in tecnologie e turismo. In assenza di dispute territoriali o relative a profughi, la strada per una corretta realizzazione dell’accordo sembra spianata.
Ma aldilà di tutti i meriti di un trattato di pace, c’è una grande differenza tra la pace e un trattato di pace. Un trattato di pace durerà finché i partiti avranno interesse a mantenerlo. Dipende da miseri calcoli fatti tra le nazioni per firmare un accordo che porterà vantaggio a questi interessi. Ma quando gli interessi decadranno, non ci sarà nulla che potrà mantenere la pace.
La parola ebraica per “pace” è “shalom” dalla parola shlemut (totalità). Questo è interessante perché la totalità non implica la mancanza di odio, ma piuttosto l’inclusione dell’odio sotto il dominio dell’amore. Possiamo pensarla in questo modo: non siamo neanche in grado di desiderare di unirci a qualcuno prima di sentire il dolore della separazione da questa persona. Nello stesso modo, per poter costruire l’amore con qualcuno, dobbiamo volerlo e, non possiamo arrivare a volerlo, se non sentiamo prima che odiamo quella persona e vogliamo liberarci dall’odio per trasformarlo in amore.
Quando si risveglia in noi una sensazione positiva verso qualcuno, non si tratta di amore, ma di incanto. Per natura l’incanto è intenso seppur momentaneo. Se vogliamo mantenere la sensazione di amore una volta passato l’incantesimo, dobbiamo lavorarci ed elevarci sopra al disincanto e alle altre sensazioni negative che nascono in noi verso la persona che precedentemente ammiravamo. Se ci riusciamo, sarà l’inizio dell’amore. Da qui in avanti, l’evoluzione o l’involuzione dell’amore dipenderà dalla nostra volontà di trascendere il fascino ricorrente dell’odio e del rifiuto costruendo un amore più forte dell’odio provato.
Ne risulta che l’intensità dell’amore dipende dall’intensità dell’odio precedente.
Quando si arriva a uno stato dove l’odio si è manifestato al massimo e si riesce comunque a ricoprirlo di amore, allora si ottiene lo stato di shlemut, cioè totalità, pace. Dopo aver sentito l’odio più intenso, si è scelto l’amore al di sopra di esso. Da ora in poi nulla può dividere coloro che si amano; hanno raggiunto shalom, la pace.
E ciò che vale per le persone è ugualmente vero per le nazioni. Il trattato di pace con gli Emirati Arabi non ha motivo di fallire. Come abbiamo detto, abbiamo un interesse economico comune e nessun motivo di disaccordo. Ma per ottenere una pace vera, solida e duratura in Medio Oriente, le nazioni confinanti dovranno innalzarsi al di sopra di un’enorme quantità di odio.
So che alla fine la pace vincerà. L’intera creazione si muove verso un’unione, crescente e quindi alla fine tutte le nazioni dovranno trascendere la loro belligeranza e scegliere la pace. L’unica domanda è quante persone innocenti dovranno soffrire affinché questo accada?
La gente pensa che pace significhi fare concessioni. Io non sono d’accordo. Se fai concessioni resterai sempre in attesa del momento di prendere il controllo su tutto. Ma pace, come abbiamo detto, significa totalità e totalità vuol dire che ogni persona deve sentirsi pienamente soddisfatta. Questo è possibile solo se ognuno sente che sta condividendo un obiettivo comune che è più grande della propria ambizione personale: l’obiettivo dell’unione.
Pur mantenendo la propria religione e fede, le persone vorranno unirsi al di sopra di queste differenze. E proprio come il grande odio forma la base del grande amore tra le persone, la grande divisione forma la base per una grande unione tra le nazioni. Quando le nazioni hanno come obiettivo ultimo la totalità, imparano a valorizzare sia la prospettiva individuale, che la capacità di unirsi alle altre prospettive per creare un tutto comune. Allora, e solo allora ci sarà la pace. E quando ciò accadrà, la connessione più forte sarà con coloro che sono ora i peggiori nemici.
Originariamente pubblicato su Unitingeurope.blogactiv.eu