DR. MICHAEL LAITMAN PER CAMBIARE IL MONDO – CAMBIAMO L'UOMO

Chanukkà, ovvero per quale ragione celebriamo una guerra civile

Michael-Laitman

L’unione è il metodo con cui sconfiggiamo il separatismo ellenistico dentro di noi e diventiamo i moderni Maccabei, guerrieri della luce.

 

In questi giorni noi (gli Ebrei che osservano le festività ebraiche) celebriamo Chanukkà, nota anche come la Festa delle Luci. Il miracolo del trovare un piccolo vasetto di olio che avrebbe dovuto contenere il quantitativo di olio bastante per accendere la Menorah per un solo giorno e che invece è durato per otto, è solo la fine della storia. Il suo inizio è stato molto sinistro e sanguinoso, tuttavia evidenzia anche l’eterna battaglia degli Ebrei: preservare sopra ogni cosa i valori della fratellanza e della responsabilità reciproca.

Nell’anno 167 a.C. un ebreo ellenizzato si fece avanti per offrirsi in sacrificio ad un idolo nel luogo di culto del sacerdote Mattatia l’Asmoneano. Questa era una procedura di routine, instaurata da Re Antioco IV Epifane di Siria come parte di una campagna orchestrata dall’impero Seleucida, per imporre al popolo ebraico la cultura ellenistica e il suo sistema di credenze. In loro aiuto, i Seleucidi usavano gli Ebrei che avevano ceduto al martirio incantati dal fascino della cultura greca e della filosofia, per infondere la cultura ellenistica nella vita ebraica ed imporla a quelli che non la volevano. Tuttavia i Seleucidi e i loro complici non avevano mai incontrato prima Mattatia. Appena l’ebreo ellenizzato si fece avanti per fare eseguire l’ordine del funzionario del Re, Mattatia si alzò e uccise sia l’ebreo che il funzionario.

Temendo ritorsioni da parte del governo, Mattatia prese i suoi cinque figli e insieme a loro fuggì sulle montagne attorno alla sua città, Modiin. Lì avrebbe potuto proteggere se stesso, i propri figli e, nello stesso tempo, infliggere più perdite ai Greci.

Sentendo dell’atto di sfida di Mattatia, alcuni dissidenti ebrei cominciarono a dirigersi verso le montagne per unirsi a Mattatia e ai suoi figli nella loro battaglia per il destino degli Ebrei. Così ebbe inizio la rivolta degli Asmoneani.

La guerra civile ebraica

Forse non ci piace pensare alla nostra gioiosa festa di Hanukkah in questi tristi termini, ma la rivolta dei Maccabei non fu contro i Greci, come dicono durante la festa le canzoni per i bambini, ma contro i nostri fratelli corrotti. Fu una guerra civile. Almeno per il primo anno della rivolta, i combattimenti difficilmente furono diretti contro i soldati seleucidi. La maggior parte degli scontri ebbe luogo fra Maccabei, come furono chiamati gli Asmoneani e le loro truppe, e i Mityavnim: ebrei che avevano abbracciato la cultura ellenistica o si erano convertiti al sistema di credenze pagane dei Greci. Solo molto più tardi, dopo che i Mityavnim furono sconfitti, gli eserciti Seleucidi si unirono a loro nel tentativo di schiacciare i Maccabei.

Il motivo della battaglia tra ebrei

Contrariamente a quello che molti nel nostro popolo amano pensare, la nostra nazione non è come le altre. Maimonide ci racconta (Mishneh Torah, Capitolo 1) che Abramo fuggì dalla Babilonia perché comprese che la fratellanza era l’unico rimedio per riparare alle fratture interne nel suo paese, ma Nimrod, re di Babilonia, lo perseguitò per queste convinzioni. Secoli dopo, Mosè ci riunì ufficialmente in una nazione, nel momento in cui ci impegnammo ad amare gli altri come noi stessi e ad essere “Come un solo uomo con un solo cuore”. Senza questo impegno non siamo Ebrei; torniamo ad essere quegli emarginati individualisti fuggiti dalle loro tribù che non hanno ancora trovato i principi unificanti di misericordia e amore per gli altri, principi che li avrebbero trasformati in una nazione, senza dei quali diventiamo nemici gli uni degli altri.

Eppure l’amore per gli altri è innaturale. La Torah ci dice che “Il peccato è accovacciato alla porta” (Genesi 4:7). Sin dal principio abbiamo dovuto combattere l’inclinazione al male in mezzo a noi. Ci sono sempre stati membri del nostro popolo che hanno rinunciato alla via della fratellanza e hanno scelto il sentiero dell’egoismo. Tuttavia, se abbandoniamo l’eredità di Abramo, Isacco, Giacobbe e Mosè, chi sarà la luce per le nazioni? Chi mostrerà al mondo che quando regna l’egoismo, come accade oggi, l’unico rimedio per la nostra società è quello di coprirlo con l’amore per gli altri?

Dobbiamo ricordare che tutta la nostra Torah, come ci ha detto Rabbi Akiva, è “Ama il prossimo tuo come te stesso”, anche il Talmud racconta (Masechet Shabbat, 31a) che quando un proselita andò da Hillel chiedendo gli insegnasse la Torah, Hillel rispose: “Quello che odi, non farlo al tuo prossimo. Questa è tutta la Torah”.

Pertanto la guerra fra Maccabei e Greci non avvenne per questioni territoriali, bensì ebbe luogo affinché gli Ebrei mantenessero l’adesione alla Torah, alla legge della fratellanza. Gli Ebrei che scelsero l’ellenismo, abbandonarono quella legge per adorare l’ego, la competizione e il potere, e vollero imporre i loro dogmi agli Ebrei che invece erano rimasti fedeli al precetto della Torah.

Una volta che gli Ebrei avessero ceduto al programma dei Mityavnim, non ci sarebbe stato nessuno a mostrare al mondo la strada della responsabilità e della cura reciproca. Questo, a sua volta, avrebbe negato al mondo l’esempio di come sia possibile trascendere l’ego ed unirsi e il mondo sarebbe stato destinato alla distruzione con guerre guidate dall’ego.

Per questo motivo gli Asmoneani non ebbero scelta se non quella di distruggere gli Ebrei che volevano impedire ai loro fratelli di adempiere il loro compito, ovvero essere “Una luce per le nazioni” e mostrare la via dell’unione. La vittoria che celebriamo durante Hanukkah non è per la terra che ci era stata sottratta dai Seleucidi. Celebriamo la nostra vittoria su quelli fra noi che desideravano negare al mondo una possibilità di unione, una possibilità di felicità e pace durature.

Il greco dentro di noi

La guerra fra Maccabei e Mityavnim non è mai finita. Dentro ogni ebreo esiste un greco che gli sussurra che è meglio non unirsi ed essere come tutti gli altri, perseguendo i piaceri egoistici. Dopo tutto, non è questo lo scopo della natura?

Chanukkà ci ricorda che non dobbiamo mai smettere di combattere i nostri Greci interiori. La storia del nostro popolo dimostra che se abbandoneremo l’unione, prevarrà l’odio. La vittoria degli Asmoneani non ha dato ad Israele una pace duratura. Meno di due secoli dopo il loro trionfo eroico, l’odio infondato conquistò anche i migliori fra noi e comportò la distruzione del Tempio e l’esilio dalla nostra terra.

Eppure la nostra missione, il lascito dei nostri antenati di portare al mondo la luce dell’unione, non è cambiata o diminuita nel corso degli anni. Come ho mostrato in molti dei miei scritti, le nazioni avvertono che la loro incapacità di essere in pace le une con le altre è colpa nostra. Loro ci odiano per il loro odio reciproco e anche il più logico dei ragionamenti non li convince del contrario. Non si può ragionare con una sensazione viscerale.

Il mondo di oggi ha bisogno di unione più di quanto abbia bisogno di aria pulita e il mondo ha davvero bisogno di aria pulita. Più le relazioni delle persone si deteriorano a tutti i livelli di interazione umana, più veniamo incolpati di questo. Noi siamo stati, siamo e saremo sempre il popolo eletto: non per dominare il mondo in qualche modo condiscendente, ma per introdurlo amorevolmente al metodo della connessione attraverso il nostro esempio personale.

I cambiamenti nel nostro mondo stanno accelerando in modo esponenziale. Stiamo diventando più feroci e violenti di minuto in minuto. Nessuno sa quando scoppierà una guerra mondiale, ma il rischio di una tale catastrofe diventa sempre più imminente. Durante questa Chanukkà, la Festa delle Luci, dobbiamo ricordarci che la luce di cui il mondo ha bisogno ora è quella dell’unione e che noi siamo quelli chiamati ad accenderla.

In questi giorni di forti tensioni politiche, il nostro popolo è più separato che mai. Tuttavia, questa è la nostra occasione per scegliere se vogliamo diventare Greci egoisti o amorevoli Maccabei. Siamo i soli a poterlo realizzare, dobbiamo accendere la fiamma dell’unione fra noi e metterla sui nostri davanzali perché tutti vedano e seguano l’esempio.

Con la fratellanza sconfiggiamo il separatismo ellenistico dentro di noi e fra noi. Questo è anche il metodo attraverso il quale impariamo ad amare il prossimo come noi stessi e come diventiamo moderni Maccabei, guerrieri della luce.

Che sia una Chanukkà di unione e felicità!

Originariamente pubblicato su Unitingeurope.blogactiv.eu

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