Caro Mark,
la sua nuova missione per Facebook, “Avvicinare il mondo“, rappresenta una notizia confortante, perché indica l’importante intuizione che ha avuto sulla condizione malata del nostro mondo e su cosa serve per guarirlo. Nonostante le allarmanti e crescenti divisioni di oggi nella società umana, non vedo molti personaggi influenti che desiderino affrontare la questione all’origine o che indirizzino le loro energie e risorse ad avvicinare le persone.
Ho dedicato gli ultimi quaranta anni della mia vita alla ricerca e alla pratica del coltivare le connessioni umane perché sono certo che questo sia l’inevitabile futuro del mondo. La mia esperienza quotidiana nel promuovere comunità connesse di persone con religioni ed etnie di tutto il mondo, mi ha dimostrato che l’unico modo per costruire un mondo migliore è quello di sbloccare la naturale capacità umana di unirsi al di sopra delle differenze.
Così, quando qualcuno come lei, che controlla gran parte dell’infrastruttura virtuale dell’umanità, dichiara che avvicinare le persone è la missione per il prossimo decennio, questo mi dà la speranza che potremmo essere in grado di orientare il mondo verso l’unione con meno caos e sofferenze di quelle che altrimenti ci aspetterebbero. Ecco perché mi sento obbligato a esporle la mia visione della naturale capacità di connessione umana e, a questo proposito, di dove il mondo stia andando.
Il mondo sta cambiando rotta. La sua osservazione secondo la quale le sfide del mondo sono di natura globale e non possono essere affrontate da un solo leader, da un solo paese o da una sola struttura gerarchica, è accurata, e questa è solo la punta dell’iceberg. Nella nostra evoluzione sociale, ci stiamo muovendo verso un pericoloso punto di svolta: le attuali strutture di potere stanno gradualmente cedendo sotto ai nostri occhi, mentre ancora non ce ne sono di nuove all’orizzonte.
I politici non riescono a tenere le redini della situazione, mentre si allontanano sempre più dal popolo. In un mondo interdipendente, la politica di oggi diventa un gioco obsoleto, dato che richiede ai giocatori di immergersi continuamente in lotte di potere egoistiche per mantenere il dominio. È un ambiente semplicemente incapace di salvaguardare il pubblico interesse, indipendentemente da chi siano i leader. In molti paesi, le persone hanno un quadro della realtà più ampio e pragmatico di quello che ha la loro classe politica e stanno cominciando ad alzare i loro obiettivi più ambiziosi.
Nel contempo, le fondamenta attuali della socio-economia stanno tremando dato che l’automazione e le intelligenze artificiali si stanno diffondendo in mezzo alla forza lavoro. Come ben sa, i posti di lavoro del futuro sono incerti e probabilmente sarà necessaria una qualche forma di reddito di base universale. In più, si attendono profondi cambiamenti per quanto riguarda le nozioni di “lavoro”, struttura di classe sociale ed etica collettiva della cultura occidentale.
Dietro alla facciata, la politica e l’economia sono solo un riflesso delle relazioni umane. Rappresentano cosa diamo e riceviamo dalla società, come prendiamo decisioni e risolviamo i problemi, come distribuiamo le responsabilità e favoriamo l’interesse collettivo. Al culmine dell’evoluzione si trova il rapporto fra gli esseri umani del pianeta: rapporti di sfruttamento e concezioni egocentriche stanno raggiungendo la massima capacità; la preoccupazione reciproca e una concezione più olistica daranno forma al mondo del domani.
Una palestra virtuale per costruire la comunità. Come ha affermato nell’esporre la sua missione, dobbiamo aiutare le persone a costruire comunità forti. Per fare ciò, dobbiamo fornire conoscenza e supporto su come nutrire e aumentare sempre più la nostra capacità per la connessione umana, oltre a fornire gli strumenti tecnologici e le infrastrutture che aiutino le persone a organizzarsi.
Per esempio, lei ha menzionato l’importanza di aiutare le persone a trovare un terreno comune prima di affrontare le proprie differenze o voler risolvere le sfide comuni. Dobbiamo concepire pratiche di comunicazione virtuale che incoraggino questo. Proprio come le persone si sono abituate a pensare a quanti “mi piace” hanno ricevuto per i loro post, possono abituarsi a pensare a quanto hanno reso più connessa la loro comunità.
Riuscire a vedere la nostra umanità come un qualcosa di comune è molto simile a un muscolo che deve essere allenato. La cultura odierna intorpidisce quel muscolo spingendo sui nostri impulsi primordiali, egoistici e sulla perpetua divisione. Pertanto, i membri delle comunità dovrebbero lavorare regolarmente per rafforzare i propri legami e mantenere un clima sociale di connessioni sane e positive.
Per essere aiutati, hanno bisogno anche loro di misure collettive e di feedback per i loro sforzi organizzati per mantenere un clima positivo. Certamente, potrebbe essere usata un’intelligenza artificiale per far diventare l’ambiente della comunità virtuale il mediatore di relazioni umane positive. In altri termini, sarebbe una palestra virtuale per la costruzione della comunità.
Da una prospettiva globale, queste comunità positive di Facebook potrebbero anche servire da modello per aiutarci a imparare come costruire la società futura. Visto che il mondo diventa sempre più interdipendente, le persone dovranno espandere il loro campo di interesse. Ma la predicazione di valori morali non funziona più. Al contrario, dobbiamo rafforzare la sensibilità sociale, ampliare la visione del mondo, comprendere meglio la nostra natura di esseri umani e, soprattutto, imparare come arrivare alla nostra innata propensione per la connessione umana.
La mia proposta. La mia idea è quella di definire un programma pilota per la creazione di una comunità virtuale che coltivi effettivamente connessioni positive. I suoi membri potrebbero essere persone diverse di ogni estrazione sociale che siano interessate a partecipare a questo esperimento sociale.
Sebbene ci possa essere una vasta gamma di elementi da considerare per una futura realizzazione, secondo la mia esperienza, sono certo che seguendo semplicemente alcune linee guida ed esercizi di comunicazione, si vedrebbero risultati positivi immediati.
Come certamente saprà, molti settori di ricerca hanno ripetutamente dimostrato che le relazioni sociali positive ci rendono più felici, più sani e migliori in ciò che facciamo. Prevedo che entro pochi mesi, i partecipanti del programma pilota sperimenterebbero effetti positivi in una tal misura che potremo misurarli empiricamente.
Se dovesse essere interessato, sarei più che felice di collaborare con lei al progetto di questo programma pilota e nel condividere l’esperienza raccolta in molti anni, costruendo una rete di comunità sia fisiche che virtuali a cui appartengano persone di ogni estrazione sociale.
Cordialmente,
Michael Laitman.
Originariamente pubblicato su L’Huffington Post Italia