L’economia potrebbe riaprire, ma non come dovrebbe essere. La ripresa irresponsabile delle attività economiche e commerciali avrà conseguenze tali che ci faranno pentire di non avere aspettato un po’ più a lungo.
Viviamo in una realtà integrale che ha un equilibrio naturale. Quando l’equilibrio viene violato, il sistema si porta indietro per ritrovare l’armonia, in modo molto simile a un pendolo che più si tira da un lato più ritorna al centro con forza.
Gli esseri umani hanno spinto l’ecosistema globale così lontano dall’equilibrio che ora questo deve contrattaccare con un colpo doloroso per ripristinare l’armonia. Finché ci rifiutiamo di comprendere questo meccanismo, continueremo a soffrire colpi ogni volta che la natura si riequilibra. Al momento, siamo lontani sia dal comprendere questo sia dall’equilibrio. Stiamo aspettando il momento di uscire dall’isolamento per poter continuare a calpestare la natura. Ma il risultato sarà che la prossimo botta della natura sarà molto più forte e molto più dolorosa.
Alla fine impareremo. L’unica domanda è quanto dovremo soffrire per renderci conto che non si può vincere pensando solo ed esclusivamente a sé stessi.
Più abbiamo sviluppato la tecnologia, più ci siamo comportati come bambini insensati in un negozio di giocattoli senza che nessuno ci dicesse cosa ci è permesso acquistare e cosa è troppo costoso. Ma non si può lasciare il negozio senza passare alla cassa e la cassa ci farà pagare tutto ciò che abbiamo preso.
Certo, dobbiamo far ripartire il commercio e fornire alle persone ciò di cui hanno bisogno. Ma non stiamo pensando solo al necessario. Vogliamo competere di nuovo con chi ha di più, è più ricco e ha più successo. Ma se la concorrenza non ci ha reso felici prima, perché tornarci? Peggio ancora, questo è esattamente ciò che ha causato l’esplosione del virus, ossia il nostro comportamento egocentrico, quindi non ha senso abbracciare di nuovo la condotta che ci ha inflitto un disastro. Possiamo dubitare che ne seguirà un altro, probabilmente peggiore?
Se faremo ripartire solo quei settori dell’economia che ci sostengono, che garantiscono i mezzi di sussistenza, mentre dedichiamo il resto del nostro tempo, risorse e sforzi a stabilire connessioni migliori tra noi, saremo tutti felici. Non avremo bisogno di accessori per cui vantarci e non avremo bisogno di competere con nessuno perché ci sentiremo meritevoli nell’essere proprio chi siamo! Saremo apprezzati per aver contribuito con le nostre capacità al bene comune, la gratitudine e il calore delle persone ci riempiranno di felicità.
Siete mai entrati in una stanza in cui tutti vi apprezzavano e pensavano bene di voi? Fate un po’ di esercizio mentale e provate a immaginarlo. Ora fate un altro esercizio e immaginate che non appena usciti in strada, tutti vi trattano con quel tipo di calore e cura.
In una tale società, la professione più richiesta sarà quella di istruttore e insegnante per guidare le persone verso questo tipo di mentalità. Con una tale logica, la coesione e la solidarietà nella società renderanno superflui i servizi di welfare. Le persone si prenderanno cura l’una dell’altra, proprio come dovrebbe essere!
Basta pensare ai plotoni speciali dell’esercito. Sanno che in battaglia la vita dipende dalla loro unione. Adesso siamo in una battaglia. Abbiamo già capito che dipendiamo tutti dalla responsabilità reciproca acquisita in questa battaglia, se vi rinunciassimo, per tornare alla vecchia mentalità ostile, non avremmo alcuna possibilità contro il prossimo virus o qualunque altro colpo successivo ci manderà la natura. Sono sinceramente spaventato per l’umanità. Il virus è stata una lezione lieve, la prossima potrebbe essere devastante.
Originariamente pubblicato su Unitingeurope.blogactiv.eu